BAND TO THE FUTURE è una trasmissione che si concentra sul mostrare i contrasti e gli elementi ricorrenti della musica attraverso le generazioni.
Dagli anni 50 ad oggi, spiegheremo non solo il cambiamento musicale, ma anche come i vari periodi storici abbiano influenzato i brani che più conosciamo.
L’obiettivo della trasmissione è quello di avvicinare gli adulti alla musica dei giovani e viceversa, permettendo a tutti di conoscere la varietà dei brani nel tempo.
Ah, il tutto trattato da 4 ragazzi delle superiori: scusate se è poco!
Se di giorno sono un normale studente, di notte… dormo (oh, dovrò pur riposarmi ogni tanto). Però nel tempo libero sono appassionato di fotografia, ma soprattutto divoro videogiochi a tempo pieno e entrando in casa mia non è difficile trovarmi a smontare qualche computer. Ho iniziato ad ascoltare rap alle medie, con artisti che definirei, ehm, “incidenti di percorso”, ma da allora ho mantenuto la passione. Fortunatamente 🙂
Vi capita mai di sentire una canzone vecchia e dire “”mamma mia che rottura, menomale che c’è la trap””? Ecco a me mai. Adoro il rock dagli anni ’50 ai primissimi del 2000, tutto quello che c’è dopo mi fa lo stesso effetto della sveglia alle 6 del mattino per andare a scuola. Quando non ascolto bella musica mi piace giocare a softball che è come il baseball ma con qualche regola che cambia e come l’ho scoperto è tuttora un mistero.
P.s: il panino nella foto l’ho mangiato tutto ed era buonissimo.
Monzese, di nascita e di tifo.
Se sentite la mia voce che va e viene è perché la domenica sono allo stadio a cantare. E come potrebbe non essere così?
A cantare faccio schifo, sia chiaro, ma adoro la musica, specialmente rap e derivati, e amo lo sport, calcio e basket su tutti. E quando le due cose combaciano, e ho anche la possibilità di parlarne, non mi tiro sicuramente indietro.
Studente solo formalmente, quello che mi piace fare veramente è procurare sorrisi e risate; ecco spiegato perché mi sentite ridere 24/7. Il letto è il mio migliore amico e il frigo e la dispensa sono i miei sensei di vita. Mi autodefinisco Otaku e se non andrò in giappone almeno 3 volte nella mia vita, probabilmente mi farò resuscitare apposta per rimediare.
Ps: Nel tempo libero taglio i capelli a Tore, quindi non ho tempo libero.